Le badanti e le collaboratrici domestiche svolgono un ruolo fondamentale nel supporto quotidiano di molte famiglie. Tuttavia, la gestione di questi rapporti di lavoro richiede una comprensione approfondita degli aspetti legali e normativi coinvolti, per aiutare da un lato alla migliore conduzione ed dall’altro per evitare o risolvere possibile controversie. In questo articolo esamineremo gli aspetti salienti della costituzione del rapporto di lavoro, delle varie tipologie contrattuali, dei rispettivi diritti e doveri delle parti, delle possibilità di assistenza e supporto legale nonché della cessazione del contratto, cioè gli elementi dai quali prendono origine le varie possibili problematiche..
Costituzione del rapporto di lavoro
La costituzione del rapporto di lavoro con badanti e collaboratrici domestiche deve seguire precise modalità legali per essere valido e tutelare entrambe le parti coinvolte.
Può però accadere che, anche in ragione dell’urgenza delle situazioni, il rapporto con la collaboratrice domestica inizi in maniera approssimativa o informale, talvolta anche senza regolare contratto; se questa può sembrare la via più rapida e comoda, non bisogna però dimenticare che in questo modo nessuna delle due parti è pienamente tutelata, soprattutto il datore di lavoro, che potrebbe trovarsi esposto in seguito ad indebite richieste alle quali avrebbe difficoltà a reagire.
E’ vero poi che certi rapporti soprattutto per le badanti o per l’assistenza notturna possono avere un origine di ospitalità, ma se così è deve essere documentato soprattutto rispetto la durata, considerando anche che nel diritto del lavoro non sono ammesse false stipulazioni.
La corretta e completa regolamentazione del rapporto richiede i seguenti passaggi di assunzione:
- Contratto di Lavoro: redigere un contratto di lavoro che specifichi le mansioni, l’orario di lavoro, la retribuzione e altre condizioni concordate.
- Comunicazione di Assunzione: inviare la comunicazione obbligatoria di assunzione al Centro per l’Impiego entro il giorno precedente l’inizio del rapporto di lavoro.
- Dichiarazione INPS: registrare il lavoratore domestico presso l’INPS e versare i contributi previdenziali.
- Regolarità nei pagamenti meglio se tracciabili a reciproca garanzia, alle scadenze previste e per gli importi effettivamente dovuti.
In concreto potrebbero presentarsi delle difficoltà a volte anche da parte del lavoratore, tuttavia possibili soluzioni provvisorie vanno limitate nella durata, mentre eventuali eccezioni o modifiche temporanee devono essere documentate.
Tipologie di contratto
Le badanti e le collaboratrici domestiche possono essere assunte con contratti di lavoro a tempo determinato o indeterminato, a seconda delle esigenze del datore di lavoro.
L’assunzione di badanti e collaboratrici domestiche può anche derivare da esigenze molto differenziate che vanno necessariamente ad incidere sulle caratteristiche del rapporto: l’orario di lavoro, lo svolgimento diurno o notturno, le mansioni e le qualifiche richieste nonché la durata del rapporto stesso. Per le badanti ci sarà anche la possibile variante del riconoscimento dell’alloggio.
I diversi aspetti riguardanti lo specifico rapporto di lavoro dovranno essere indiicati nel contratto; per quanto riguarda la durata del rapporto, essa va ad incidere in maniera particolare sulla tipologia di contratto che, a seconda delle esigenze, potrà essere a tempo determinato o indeterminato.
Nel contratto a tempo determinato il rapporto cessa alla scadenza e perché possa continuare sarà necessaria una nuova stipula, per evitare che una trasformazione tacita possa dar luogo ad equivoci; mentre nell’indeterminato per cessare il rapporto occorre la previa disdetta, rispettando il periodo di preavviso previsto nel medesimo contratto o dai minimi di legge.
Diritti e doveri delle lavoratrici domestiche
Le badanti e le collaboratrici domestiche dovranno prestare l’attività lavorativa con precisione e rispetto di quanto contrattualmente previsto, in conseguenza a ciò avranno diritto a:
- Retribuzione Minima: la retribuzione deve rispettare i minimi salariali previsti dai contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL) del settore, che le differenzia nel dettaglio anche a seconda delle mansioni affidate.
- Contributi Previdenziali: i datori di lavoro devono versare i contributi previdenziali e assistenziali all’INPS.
- Ferie e Riposi: le lavoratrici domestiche hanno diritto a ferie annuali retribuite, riposi settimanali e festività.
- Malattia e Maternità: hanno diritto alle tutele previste per malattia e maternità, con obblighi specifici per il datore di lavoro.
Diritti e obblighi del Datore di Lavoro
I datori di lavoro hanno diritto a ricevere la prestazione lavorativa in modo adeguato, potendo in difetto far cessare il contratto.
A fronte di questo diritto, anche per meglio garantire lo svolgimento dell’attività lavorativa affidata, il datore di lavoro dovrà:
- Stipulare un Contratto di Lavoro: definendo in modo chiaro le condizioni lavorative previste.
- Versare i Contributi: pagando regolarmente alle scadenze i contributi previdenziali all’INPS.
- Garantire Sicurezza sul Lavoro: adottando quanto occorre per garantire un ambiente di lavoro sicuro e salubre.
Assistenza e Supporto Legale
È fondamentale per i datori di lavoro e le lavoratrici domestiche avere accesso a un’assistenza legale adeguata per gestire correttamente il rapporto di lavoro.
Le possibili problematiche che si possono presentare sono infatti molteplici e richiedono ci sia sempre una risposta immediata e adeguata.
La normativa inerente è infatti molto articolata e puntuale, tuttavia l’applicazione concreta può far sorgere legittimi dubbi e quindi incomprensioni e malintesi, che potrebbero rendere difficoltoso se non addirittura compromettere il rapporto di lavoro.
Un primo strumento di supporto è costituito dai patronati e dai sindacati, i quali forniscono ampia consulenza su questioni contrattuali, retributive e previdenziali; tuttavia, in caso di controversie possono dare indicazioni ma non offrire vera e propria assistenza legale.
In caso di controversie, è consigliabile tentare una risoluzione amichevole tramite negoziazione o mediazione debitamente assistite. Se ciò non è possibile, si può ricorrere alle vie legali con l’assistenza di un avvocato del lavoro.
Gli avvocati possono anche assistere nella redazione di contratti e nei successivi sviluppi, ma è soprattutto nel caso di contenzioso tra le parti che saranno chiamati a trovare l’opportuna soluzione nel rispetto dei diritti del lavoratore da un lato e del datore di lavoro dall’altro, anche per definire possibili anomalie che possono essersi presentate.
In ogni caso è importante mantenersi aggiornati sulle modifiche legislative che riguardano il lavoro domestico, soprattutto per i datori di lavoro che devono adattarsi rapidamente, per evitare possibili violazioni ma anche per cautelarsi da indebite richieste.
La cessazione del contratto
La cessazione del contratto è il momento conclusivo del rapporto di lavoro e può avvenire per varie ragioni, come il termine del periodo di lavoro, dimissioni volontarie, licenziamento o impossibilità a continuare a svolgere l’attività prevista.
In proposito possono però sorgere varie questioni come, ad esempio, la possibilità di tacito rinnovo del contratto a tempo determinato. Nel caso di contratto a tempo indeterminato sarà invece da tenere presente il termine di preavviso, che può però essere sostituito da retribuzione equivalente. E’ invece da regolare con nuovo contratto la possibile trasformazione del rapporto di lavoro iniziale.
In tutti i casi poi ci sarà il riconoscimento delle spettanze di fine rapporto, che andranno correttamente quantificate alla luce delle disposizioni di legge, degli eventuali anticipi erogati e corrisposte nei termini previsti.
Quando la cessazione è conseguenza di inadempimenti da parte del lavoratore o del datore di lavoro, si parla di risoluzione contrattuale, in questo caso possono essere riconosciuti diritti risarcitori alla parte danneggiata.